Anticipazione TFS/TFR
Un nuovo paradigma per l’INPS
di Marinella Perrini
Le dinamiche del mercato del credito e l’analisi dell’andamento pluriennale dei prestiti erogati tradizionalmente dall’INPS hanno suggerito all’Istituto di prendere in esame nuove prestazioni creditizie per rispondere alle emergenti esigenze dell’utenza. Dunque, per coniugare un’offerta creditizia a condizioni competitive a favore degli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e per incrementare con un flusso costante le entrate correnti derivanti dal credito, da reinvestire nelle prestazioni di welfare, l’INPS ha individuato quale nuova prestazione quella dell’anticipazione ordinaria del TFS/TFR. Si tratta di un’operazione di finanziamento a tasso fisso erogato in unica soluzione, con cessione pro solvendo del TFS/TFR maturato dal richiedente, disponibile e non ancora esigibile, rivolta agli iscritti alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (pensionati o cessati, aventi diritto ad una prestazione di TFS/TFR non ancora interamente erogata) il cui Ente erogatore sia l’INPS o diverso dall’INPS.
Il presupposto dell’anticipo è la cedibilità del TFS il che implica che esso sia certo (a seguito di certificazione), liquido (maturato alla data della cessazione dal servizio) anche se non esigibile a causa delle scadenze di corresponsione. Per questo solo i pensionati possono richiedere la prestazione.
Il tasso individuato dall’INPS è dell’1%, adeguato al miglior tasso risultante dall’analisi di mercato, che è quello praticato in convenzione per le Forze dell’Ordine, oltre a 0,50% di spese amministrative. L’interesse è applicato anticipatamente, così che viene ceduto un importo del TFS consistente nell’ammontare effettivamente erogato più l’interesse complessivo applicato. Al maturare delle rispettive rate le somme vengono trasferite dai capitoli TFS a quelli del fondo che le ha anticipate agli iscritti, con una rendicontazione molto semplificata.
Il meccanismo semplificato è:
1) domanda dell’iscritto attraverso il servizio on line TFS in un click;
2) istruttoria quasi del tutto automatica nella verifica dei presupposti su indicati ed eventuale residua istruttoria manuale quando sorgessero problemi sulla verifica dell’iscrizione al fondo;
3) certificazione TFS in 75 giorni (90 giorni delle certificazioni verso banche sono stati diminuiti dei giorni necessaria alle comunicazioni);
4) proposta di cessione;
5) verifiche su proposta di cessione e capienza;
6) presa d’atto INPS:
7) accredito importo eventualmente ridotto se presa d’atto negativa o inferiore.
L’anticipo TFS/TFR ai pensionati pubblici appare all’Istituto una forma ideale di investimento del fondo perché in una fase di crisi immette nel sistema liquidità a favore dei cittadini in uno dei momenti difficili della vita, quello di transizione tra l’età lavorativa e il pensionamento, sopperisce al vulnus della liquidazione posticipata e frazionata prevista dalla normativa vigente e nello stesso tempo costituisce per il Fondo un investimento sicuro a rischio praticamente nullo e con una rendita costante nel tempo.
Inoltre poiché l’anticipo è concesso ai soli iscritti, incentiva la permanenza dell’iscrizione durante l’età del pensionamento che oggi è inferiore al 10% delle iscrizioni, e pertanto aumenta in via indefinita le entrate ordinarie del fondo con il versamento dello 0,15% delle pensioni.
Il patrimonio del Fondo Credito per i Dipendenti Pubblici ammonta oggi a quasi 9,6 miliardi di euro. E’ un patrimonio in crescita costante, con una forte liquidità. Le fonti di finanziamento del fondo sono, accanto alle trattenute obbligatorie o volontarie degli iscritti, i profitti dell’attività creditizia in cui è investita parte del patrimonio, mentre i conti di tesoreria su cui sono depositate le liquidità sono infruttiferi.
Tuttavia mutui e prestiti su questo fondo risultano già da diversi anni in costante calo, e si sono esplorate nuove possibili forme di credito che rispondendo a bisogni emergenti permettano di investire parte delle giacenze del fondo, mantenendo ragionevoli riserve di liquidità secondo gli standard bancari.
Attualmente sono praticati dalle banche sia l’anticipazione agevolata sia l’anticipazione ordinaria.
Nel 2021 sono stati stipulati nel mondo bancario contratti di anticipo agevolato del TFS/TFR per un importo di circa 360 milioni di euro, relativi a circa 8.000 contatti di anticipo del TFS e a circa 400 di TFR, nonché contratti di anticipo ordinario del TFS/TFR per circa 480 milioni di euro, ripartiti tra 6.800 contratti di anticipo del TFS e circa 200 di TFR.
Dunque complessivamente 840 milioni di euro, di cui si immagina che una buona fetta possa essere dirottata sulla nuova prestazione, a causa dei tassi molto competitivi in ragione della mancanza sia di rischio sia di reali alternative di investimento più redditizie.
Il fondo risulta capiente rispetto alle ipotesi più impegnative di domanda, poiché il rientro ha un ciclo medio di 24 mesi e diventerà quindi un flusso costante.