Welfare aziendale/6: come va nei singoli settori produttivi

Il rapporto Welfare Index PMI 2017 mostra come le iniziative di welfare aziendale si distribuiscono in modo molto differenziato per settori produttivi.
Il rapporto Welfare Index PMI 2017 mostra come le iniziative di welfare aziendale si distribuiscono in modo molto differenziato per settori produttivi. Le imprese dell’industria presentano tassi di iniziativa molto elevati nella maggior parte delle aree.
Le imprese del commercio e dei servizi sono più attive in aree come la sanità integrativa, le polizze assicurative e il sostegno economico ai lavoratori.
Gli studi e i servizi professionali investono in aree di welfare specifiche per la propria attività e per le caratteristiche organizzative degli studi, e in queste aree raggiungono livelli di iniziativa molto elevati: la formazione dei dipendenti, la sicurezza e prevenzione degli incidenti, e la conciliazione vita-lavoro.
Nell’artigianato la dimensione molto piccola delle imprese non favorisce la diffusione delle iniziative in tutte le aree del welfare aziendale. Questo settore si caratterizza per elevati tassi di iniziativa nelle assicurazioni per i dipendenti e nella sicurezza e prevenzione degli incidenti. L’agricoltura raggiunge tassi di iniziativa molto elevati particolarmente nel sostegno economico, nella formazione, nella conciliazione vita-lavoro, nella sicurezza e prevenzione.
Il terzo settore ha un posizionamento peculiare nel welfare aziendale. Molte organizzazioni che ne fanno parte si propongono scopi sociali coincidenti con gli obiettivi del welfare, e molte offrono al mercato servizi di welfare aziendale. Le imprese del terzo settore raggiungono livelli di iniziativa molto elevati nelle aree della conciliazione vita-lavoro, del welfare allargato al territorio e alla comunità, della formazione, della sanità integrativa, sicurezza e prevenzione degli incidenti, della cultura, ricreazione e tempo libero.
La distribuzione nel territorio delle iniziative di welfare aziendale è alquanto omogenea. Non ci sono significative differenze per area geografica tranne che in due aree del welfare aziendale: la previdenza integrativa e la sicurezza e prevenzione degli incidenti, nelle quali i tassi di iniziativa delle PMI del Nord sono di dieci punti superiori a quelli del Sud.
La dimensione delle imprese è il fattore più di ogni altro correlato al tasso di iniziativa. La correlazione è senza eccezioni, in tutte le aree del welfare aziendale, ma è particolarmente evidente nelle aree della sanità integrativa, della previdenza integrativa, del sostegno economico ai lavoratori.
Ciò significa che le piccole imprese, come segnala il Rapporto in modo molto puntuale, si confrontano con il problema della “massa critica”: come raggiungere la dimensione minima di popolazione aziendale per accedere in modo efficiente ai servizi di welfare. Non si tratta solamente di una questione di risorse finanziarie e organizzative. È anche una questione di informazioni disponibili e di competenze. La dimensione di 50 addetti è frequentemente quella al di sopra della quale le imprese organizzano una struttura di management e possono contare per la gestione del personale su figure professionali dedicate.
La ricerca Welfare Index PMI ha rilevato numerose esperienze di welfare aziendale attuate con successo anche da imprese piccole e molto piccole. La questione per esse è come uscire dall’isolamento, raggiungere la massa critica attraverso le alleanze, acquisire informazioni e competenze utilizzando supporti associativi e servizi esterni. Per questo è fondamentale che l’azione dei professionisti del settore, come i Consulenti del Lavoro, operi per la consulenza alle piccole imprese e alle microimprese rispetto alle scelte del welfare aziendale.
Dalla ricerca sono emerse 109 best practice: imprese di tutti i settori e di tutte le dimensioni che hanno attuato le iniziative di welfare più sistematiche e originali. Il 36% di queste ha attuato nuove iniziative di welfare nell’ultimo anno. Ciò conferma che la crescita del welfare aziendale si deve principalmente all’ampliamento delle iniziative delle imprese più attive, che prima delle altre sperimentano l’utilità delle iniziative adottate per i propri collaboratori.
La diffusione nel territorio è significativa: le differenze territoriali non sono importanti, mentre determinante è la dimensione delle imprese. Se per esempio si considera la sanità integrativa, il tasso di iniziativa varia dal 35,6% del Nord al 33,5% del Sud.
Sono invece determinanti le dimensioni aziendali: sempre con riferimento all’area della sanità integrativa, il tasso di iniziativa delle imprese tra 100 e 250 addetti è tre volte superiore a quello delle imprese con meno di 10 addetti. È evidente che il problema per le piccole imprese è come raggiungere la massa critica, vale a dire la dimensione minima di utenti e di risorse necessaria ad attuare le iniziative in modo adeguato.
Fondazione Studi Consulenti del Lavoroe Sodexo Benefits &Rewards Services, parte del Gruppo francese Sodexo, hanno siglato una convenzione per favorire la diffusione del welfare nelle piccole e medie imprese. I Consulenti grazie a questa intesa hanno a disposizione due piattaforme gratuite in grado di ovviare alla non semplice gestione operativa, snellire la parte burocratica amministrativa ed ampliare il più possibile il paniere dei beni e dei servizi offerti in base alle esigenze dei dipendenti. Maggiori info su www.consulentidellavoro.it