Il diritto alla disconnessione nello smart working
Alla luce del D.L. 30/2021, Simone Cagliano, esperto di Fondazione Studi, esamina il diritto del lavoratore agile alla disconnessione dagli strumenti tecnologici del lavoro
Uno dei rischi principali per il lavoratore che svolge la prestazione lavorativa in modalità agile è la labilità tra vita lavorativa e vita privata. Se, infatti, da un lato lo smart working è uno strumento che consente una maggiore conciliazione di tempi vita-lavoro e una maggiore competitività, dall’altro rischia di non assicurare tempi di riposo adeguati e lasciar spazio a straordinari non retribuiti. Per la prima volta l’ordinamento italiano riconosce in via normativa il diritto alla disconnessione dagli strumenti tecnologici di lavoro con il D.L. n. 30/2021. Ad esaminare la tematica, rapportandola anche alla normativa emergenziale specifica, è Simone Cagliano, esperto di Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, in Leggi di Lavoro n. 4/2021.
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